
Questa nuova acquisizione va a rafforzare il potenziamento dello Spallanzani nell’area delle Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). L’infezione da Papillomavirus umano (HPV) rappresenta infatti, l’infezione a trasmissione sessuale più diffusa al mondo. Alcuni tipi di HPV causano esclusivamente lesioni benigne (condilomi e verruche) mentre altri, cosiddetti ad alto rischio, sono coinvolti nello sviluppo di carcinomi squamosi dell’apparato ano-genitale e della regione testa-collo. L’infezione da HPV causa circa il 5% di tutti i tumori nel mondo con una stima di 625.600 donne e 69.400 uomini che si ammalano ogni anno di un tumore correlato all’HPV. Le evidenze scientifiche dimostrano che la prevalenza del virus è più alta tra le persone che vivono con l’HIV, gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, gli individui immunocompromessi, le persone con altre infezioni sessualmente trasmissibili (IST) e le persone che ricevono farmaci immunosoppressori. Verrà quindi perfezionato il follow-up delle persone a rischio afferenti allo Spallanzani nell’Ambulatorio CRR-AIDS della UOS Counseling, Test e Profilassi HIV e IST, in particolare utilizzatori PrEP e persone con HIV con comportamenti sessuali a rischio.
Spiega la dr.ssa Scarabello: “I dati sul ruolo dell’HPV nelle neoplasie anogenitali sulla popolazione generale sono ancora limitati ma vi è una crescente evidenza che correla HPVDNA al carcinoma dell’ano, della vulva, della vagina e del pene e ad alcuni tumori del cavo orale. Il carcinoma anale rappresenta il 2-4% di tutti i tumori gastrointestinali ma in soggetti definibili ad alto rischio può manifestarsi con una frequenza 100 volte superiore. L’incidenza della neoplasia anale è riportata in incremento e globalmente si stimano circa 27.000 nuovi casi anno. Sebbene queste neoplasie siano meno frequenti nella popolazione generale, l’associazione con HPV li rende potenzialmente prevenibili grazie a strategie preventive simili a quelle utilizzate per la cervice uterina. Lo screening del carcinoma squamocellulare anale prevede due principali passaggi ormai consolidati: l’HPV TEST anale integrato al PAP TEST e l’anoscopia ad alta risoluzione di cui l’Istituto, appunto, si è appena dotato. Quindi lo Spallanzani ha compiuto un fondamentale salto in avanti nella diagnosi e cura dell’HPV anale. Infatti le infezioni ano-genitali da HPV oltre ad essere localizzate ai genitali esterni, all’ano, alla zona perianale e perineale, interessano anche il canale anale risultando quindi non facilmente visibili ad una ispezione clinica esterna. Ora con questa tecnologia possiamo individuarle e trattarle precocemente”.
