Il 24 agosto 2020 è iniziata presso l’Istituto Nazionale malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, con un’iniezione intramuscolare su una volontaria, la sperimentazione sull’uomo di GRAd-COV2, candidato vaccino tutto italiano contro il COVID-19, ideato, prodotto e brevettato da ReiThera, società biotech di Castelromano, alle porte di Roma.
Il vaccino GRAd-COV2 utilizza la tecnologia del “vettore virale non-replicativo”, utilizza cioè un virus inoffensivo per l’uomo, e reso incapace di riprodursi, come navicella per trasportare nel corpo umano il materiale biologico contro il quale si vuole innescare la risposta immunitaria. Il vettore virale, che in questo caso è il virus del raffreddore del gorilla, agisce in altre parole come un minuscolo “cavallo di Troia”, all’interno del quale è stato inserito il codice genetico della proteina spike (S), che è presente sulla superfice del coronavirus e che, legandosi ai recettori presenti all’esterno delle cellule polmonari, agisce come una “chiave cellulare” permettendo al virus di penetrare e replicarsi all’interno delle cellule dell’uomo. Questa proteina, trasportata all’interno dell’organismo da un virus inoffensivo, innesca la risposta del sistema immunitario contro il SARS-CoV-2.
La sperimentazione del vaccino GRAd-Cov2 è stata resa possibile da un investimento di 8 milioni di euro e da un protocollo d’intesa firmato dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti e dal Ministro dell’Università Manfredi, insieme con il Cnr, il Ministero della Salute, e con lo stesso INMI “Lazzaro Spallanzani”. Il programma di sperimentazione clinica ha successivamente ricevuto il via libera dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Agenzia Italiana del farmaco e del Comitato Etico Nazionale.
Attualmente la sperimentazione si trova nella Fase 1, che si svolge interamente in Italia: presso l’INMI “Lazzaro Spallanzani”, che ha messo a punto il protocollo della sperimentazione, e presso il Centro Ricerche Cliniche del policlinico “Giambattista Rossi” di Verona. Nel corso di questa fase vengono testati 90 volontari, suddivisi in due gruppi: uno composto da persone tra i 18 e i 55 anni, il secondo tra i 65 e gli 85 anni.
La fase 1 serve anzitutto ad accertare la sicurezza del preparato vaccinale, e quindi la sua capacità di indurre una forte risposta immunitaria anche nell’uomo, come è già avvenuto nei test in vitro e sugli animali, e quale è la dose ottimale. Se i risultati saranno in linea con le previsioni, si passerà alla fase 2, che si svolgerà sempre in Italia e durante la quale verrà verificata sicurezza ed immunogenicità del vaccino su un campione ampliato ad alcune centinaia di persone; e infine la fase 3, che coinvolgerà migliaia di volontari e che si svolgerà in aree del mondo dove è in corso una trasmissione sostenuta del virus; questa fase dovrà dare le risposte definitive circa la capacità del vaccino di proteggere dall’infezione da SARS-CoV-2 senza causare significativi effetti avversi.