
Vince lo studio dell’INMI sui nuovi modelli assistenziali. Si tratta di un Progetto pilota per l’impiego della televisita nel monitoraggio della persona con infezione da HIV
L’evoluzione demografica della popolazione HIV-positiva, associata al numero di nuove diagnosi di HIV In Italia (circa 3500/anno) e alle limitate risorse del SSN sono le ragioni alla base della necessità di definire nuovi modelli assistenziali rivolti alle persone con infezione da HIV.
Le linee guida raccomandano, per alcuni pazienti HIV-positivi, l’esecuzione periodica degli esami di laboratorio e delle visite cliniche.
Al fine di aumentare il coinvolgimento diretto dei pazienti e spostare le attività assistenziali dall’ospedale a casa del paziente, il progetto prevede l’arruolamento di un campione di pazienti HIV-positivi per la gestione delle attività di follow-up utilizzando tecniche di “televisita” e sfruttando le funzionalità (Accesso ai referti, autovalutazioni di aree critiche, accesso per i MMG) delle piattaforme digitali ASE (Archivio Sanitario Elettronico) e DNM (Digital Narrative Medicine), da utilizzare come strumento alternativo alla visita ambulatoriale tradizionale.
Obiettivi, destinatari e contesto:
Si tratta di uno studio pilota di natura osservazionale e prospettica, che prevede l’arruolamento di 150 - 200 pazienti cronici con infezione da HIV, clinicamente stabili (nessuna comorbilità, nessun segno di tossicità o danno d’organo, non in gravidanza), con valori viroimmunologici ottimali da 2 anni (HIV RNA <40 copie/ml; CD4 >500/mmc) Lo studio ha l’obiettivo di: a. Migliorare la comunicazione medico-paziente nello spostamento delle attività assistenziali dall’ospedale a casa del paziente e riducendo le consultazioni “faccia a faccia” in ospedale; b. Favorire l’auto-gestione (empowerment) da parte della persona con infezione da HIV In base anche alle specifiche esigenze; c. Favorire la eventuale collaborazione con i Medici di Medicina Generale.