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UOC Malattie infettive – Epatologia

Attività di ricerca della UOC Malattie Infettive Epatologia

Nome del responsabile
Dr. Gianpiero D’Offizi
Email: gianpiero.doffizi@inmi.it

Il panorama della ricerca nel campo delle epatiti virali (in particolare per le forme croniche) negli ultimi anni ha subito uno stravolgimento grazie alla introduzione dei nuovi trattamenti sia per l’infezione da HCV che per l’infezione da HBV. Tuttavia mentre la visione più ottimistica del panorama delle epatiti virali croniche prospetta nel giro di qualche anno l’aggancio al sistema sanitario di tutti i soggetti infetti e la loro introduzione in schemi di trattamento efficaci, che per l’HCV dovrebbero esitare addirittura nell’eradicazione, mentre per l’HBV dovrebbero determinare la soppressione stabile della replicazione virale e l’arresto/retrocessione dell’avanzamento della patologia epatica, una visione più realistica fa emergere la persistenza di vecchie problematiche e l’apertura di nuovi scenari che richiede l’intensificare dei programmi di ricerca dedicati.
Alcuni problemi aperti:

  1. Non tutti i genotipi e non tutte le situazioni cliniche legate all’HCV hanno le stesse prospettive di risposta ai DAA, pertanto la identificazione di fattori predittivi di risposta è tuttora attuale;
  2. Il ruolo della risposta immunitaria innata nell’infezione da l’HCV presenta aspetti contrastanti: da una parte presenta dei deficit, e gli interventi tesi a contrastare tali difetti sono stati finora lo “standard of care”, dall’altra un elevato livello di attivazione di tali meccanismi contrasta il successo terapeutico;
  3. Le alterazioni metaboliche e tissutali (epatiche), nonché alcune anomalie sistemiche, non sono totalmente reversibili a seguito di successo virologico delle terapie, sia per HCV che per HBV, e la progressione verso lo sviluppo di carcinoma non è del tutto arrestata, soprattutto nei pazienti che arrivano al trattamento in fase avanzata; quindi i meccanismi sottostanti devono essere chiariti per poter disegnare strategie di recupero aggiuntive rispetto alla somministrazione di antivirali diretti. Inoltre l’identificazione di biomarcatori precoci di evoluzione neoplastica è importante per poter disegnare un monitoraggio post successo virologico mirato e sostenibile.

La progettualità dell’area si articola lungo queste direttrici, per cercare di rispondere alle problematiche aperte e porre le basi per ulteriori avanzamenti negli anni futuri, traendo vantaggio dal fatto che alle attività di ricerca partecipano numerose unità con competenze integrate, che includono:
epidemiologia, clinica, trapiantologia, virologia molecolare, immunologia cellulare, biologia cellulare e molecolare, genomica, proteomica, lipidomica, biochimica e aspetti metabolici, differenziamento cellulare.
Trasversale a tutte le attività di ricerca dell’area “epatite” si pone un programma di conservazione prospettica di materiale biologico (biopsie, PBMC e plasma) da pazienti con epatopatia cronica o acuta, che si avvale della struttura “banca biologica” dell’Istituto.

Trapianti di fegato

Dal maggio 2007 è stato costituito il Dipartimento “Polo Ospedaliero Interaziendale Trapianti” (POIT), che comprende diverse Unità Operative appartenenti all’IRCCS L. Spallanzani (Rianimazione e Terapia Intensiva/Sub-Intensiva, Malattie Infettive-Epatologia) e all’Azienda Ospedaliera S. Camillo-Forlanini (Chirurgia Generale e dei Trapianti d’Organo, Nefrologia e Dialisi). Il Dipartimento si basa anche su unità extradipartimentali per la gestione degli aspetti diagnostici appartenenti all’INMI Spallanzani, (Laboratorio di Virologia, Laboratorio di Immunologia Cellulare, Banca Biologica, Anatomia Patologica, Diagnostica per Immagini). O all’Azienda S. Camillo (Laboratorio di Patologia Clinica). L’integrazione delle competenze professionali, tecniche e scientifiche delle UU.OO. delle due strutture ospedaliere coinvolte è finalizzata allo sviluppo di modelli di gestione del candidato al trapianto e del trapiantato con specifica attenzione agli aspetti connessi alle complicanze infettive ed all’immunodepressione, promuovendo la definizione e la validazione di protocolli e di percorsi diagnostico-terapeutici, sperimentando modelli di sorveglianza e di controllo delle infezioni nei trapiantati e nei pazienti in lista d’attesa, integrando la ricerca con le attività assistenziali. Contestualmente al POIT, è stato istituito presso l’INMI, con punto focale imperniato sul Laboratorio di Virologia, il Centro di Riferimento Regionale per le Infezioni nei Trapianti. Presso tale Laboratorio vengono eseguiti tutti gli esami virologici necessari all’inquadramento pre-trapianto dei pazienti con malattia terminale d’organo e al monitoraggio delle infezioni virali nella fase post-trapianto, compresa la gestione di laboratorio degli eventi avversi connessi alle infezioni virali, incluse quelle acquisite nel contesto nosocomiale.

Dirigenti Medici:
Dott.ssa Raffaella Lionetti
Dott.ssa Marzia Montalbano
Dott.ssa Laura Loiacono
Dott. Fabio Iacomi
Dott.ssa Alessia Rianda
Dott.ssa Amina Abdeaim
Dott.ssa Laura Vincenzi
Dott. Ubaldo Visco Comandini
Caposala:
Sig. Gianni Preziosi
Numeri telefonici:
Reparto: +39 06.55170301
A.P.C.: +39 06.55170363

Infectious Diseases — Hepatology Department

The research programme within the viral hepatitis field, and particularly for the chronic forms, has underwent a radical change in the last years due to the new treatments’ launch, either for HCV or HBV infection. However, an ambitious project with an idealistic and optimistic outlook, and regarding people chronically infected with viral hepatitis, is to link and give access to all infected subjects in the health system through efficient treatments and groundbreaking research programmes, which should mean roughly the eradication for HCV infection and a substantial stabilization and arrest/retrocession for HBV viral replication.

Opened questions:
1. Not all of genotypes and clinical situations linked to HCV infection have the same answer to DAA regimes, so, the identification of predictive factors is still opened.
2. The role of innate immune response in HCV infection presents divergent aspects: from one side, it has defects and the “standard of care” is the mechanism tended to contrast these deficiencies, and from the other, the therapeutic success is hindered by mechanisms with high level of activation.
3. Metabolic and tissutal hepatic alterations and some systemic anomalies are not totally reversible over the ensuing virological therapies, for both HCV and HBV, and a gradual development of carcinoma is not completely arrested, especially for patients in the advanced stage; so, coming up with recovery strategies, on how to dose the direct-acting antiviral agents, need to be spelled out. Besides, identifying precocious biomarkers of neoplastic evolution is important in the medical monitoring in order to have a targeted and sustainable post virological success.

The research field is planned on boundaries, whereby opened questions and future discoveries are the groundwork, that depend on the professional competence and collaboration of the units involved and include research activities as epidemiology, clinical medicine, organ transplanting, molecular virology, cellular immunology, cellular and molecular biology, genomics, proteomics, lipidomics, biochemistry and metabolic aspects, cellular differentiation. In the hepatitis field, an indirect research programme sets the possibility to conserve the biological material (biopsies, PBMC and plasma) from patients with chronic and acute hepatitis, which is supported by the Institute’s “biological bank”

Liver transplants
Since 2007, it has been founded “Inter-Medical Institution Organ Transplant Department” (POIT), which includes two Units from L. Spallanzani Hospital (Resuscitation Area and Intensive Care Unit, Infectious Diseases — Hepatology Unit) and Units from A.O. S. Camillo — Forlanini (General Surgery and Organ Transplant Unit, Nephrology and Dialysis Unit).

The Department relies not only on extra-departments from INMI L. Spallanzani to manage the diagnostic aspects – the laboratories of Virology and Cellular Immunology, the Biological Bank, Pathologic Anatomy and Diagnostic Images – but also on the S. Camillo’s Clinic Pathology Laboratory.

By merging together the Units’ professional, technical and scientific competences ensures the best transplantation outcomes for recipients through an integrated and multidisciplinary service, keeps a watchful eye on complications either infective or due to immunedepression, promotes and validates protocols and diagnostic-therapeutic pathways, tests surveillance and control models for infections in recipients and links research to assistance activity. Simultaneously to POIT, It has been set up the Regional Centre for Infections in Solid-Organ Transplants within INMI, which has as focal point the Virology Laboratory, where infectious-disease tests are done prior to transplantation and are monitored either the viral infections in post-transplantation period or those acquired in nosocomial environment.

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