
Si terrà sabato 30 novembre dalle ore 8.30, presso il Centro Congressi dell’INMI Spallanzani di Roma, il convegno che permetterà di riflettere – grazie alle preziose relazioni dei partecipanti – sulla situazione attuale dell’HIV e le sue prospettive, in Italia e nella Regione Lazio.
Quali sono i nuovi dati di sorveglianza e il trend 2018 sulle nuove diagnosi in Italia?
Quali i gap e barriere di una popolazione vulnerabile?
Al termine dell’incontro, previsto per le ore 13.15, la Cerimonia di consegna dei diplomi del Corso di formazione ai volontari – Associazione “Dialogo”
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L’infezione da HIV oggi sta vivendo profondi cambiamenti e trasformazioni a livello globale.
La soppressione a lungo termine resa possibile dalle terapie antiretrovirali più recenti ha comportato da un lato la cronicizzazione della malattia nei pazienti in trattamento, dall’altro ha reso concreta la
possibilità di modificare l’andamento epidemiologico dell’infezione. L’accesso universale e sempre più
precoce al trattamento e la non trasmissibilità dell’infezione nelle persone in cura con virus non
rilevabile nel sangue (U=U, undetectable = untransmittable), è alla base della riduzione dell’incidenza di nuove diagnosi in diversi paesi Europei.
Un approccio combinato alla prevenzione (profilattico, accesso ampio e precoce al test, trattamento universale e rapido delle nuove diagnosi, promozione del mantenimento in cura, profilassi post-esposizione e profilassi pre-esposizione nelle persone HIV-negative ad alto rischio) rappresenta oggi lo strumento fondamentale per il controllo dell’epidemia, e per colmare i gap nel “continuum of care” (90-90-90), su cui vengono misurate le efficienze dei sistemi sanitari in questo settore.
Altro aspetto chiave è quello del controllo e dell’intervento nelle popolazioni vulnerabili (donne, anziani, soggetti con diagnosi tardiva, persone affette da comorbilità multiple), che rappresentano un target della strategia di lotta alla malattia. La popolazione femminile, con le sue complesse implicazioni biologiche e sociali, costituisce oggi un’area prioritaria di intervento, sia per la prevenzione che per la cura, per valorizzare differenze e uniformare disparità, e su cui appare necessario concentrare le azioni e moltiplicare gli sforzi della comunità scientifica e della community delle persone che vivono con HIV.